Recentemente, i Seventeen hanno stabilito un’alleanza instabile con l’elaborazione vocale. È difficile determinare se questa sia l’influenza di HYBE o semplicemente una progressione nel gusto musicale dei membri, ma ha notevolmente cambiato il suono del gruppo. A giudicare dai loro ultimi sforzi, è quasi difficile credere che questo sia lo stesso gruppo che ci ha regalato Adore U, Mansae e Very Nice.
Prima dell’uscita del loro ultimo album riconfezionato, i leaders delle unità dei Seventeen hanno unito le forze su Cheers. Cheers rappresenta i Seventeen in piena modalità cool, posando e posando ancora più di quanto non abbiano fatto durante il divisivo Hot di maggio.
L’impronta nascosta di hype c’è sicuramente da qualche parte. Il ritmo va forte durante il ritornello ma sfortunatamente, questo si aggiunge a un loop di flauto strangolato che sembra datato e profondamente privo di immaginazione. I Seventeen ci avevano abituato a più creatività, ma canzoni come Cheers e Hot sono più trend-following del previsto. E, se non si è un fan degli effetti vocali pesanti, bisogna semplicemente evitare del tutto questa canzone. La performance dei Seventeen è soffocata nell’elaborazione, al punto che sembrano a malapena umane. È chiaramente una scelta estetica, ma seppellisce la personalità naturale dei ragazzi e fa sentire Cheers più la parodia di quello che vuole essere. Si può rispettare la canzone per quello che sta cercando di fare, ma questa non è la direzione che speriamo di vedere prendere alla musica dei Seventeen.
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